Angiologo a Parabiago in provincia di Milano

FISSA UN APPUNTAMENTO Lo studio flebologico

Lo studio

Lo "Studio Flebologico" nasce nel 1990 per volontà dell'angiologo dott. Fulvio D'Angelo; la flebologia (studio e terapia delle vene e delle complicanze di queste) è sempre stata una branca trascurata dalla medicina ufficiale. Non esiste una specialità vera e propria ma solo medici che con amore si sono interessati alla materia. Il più delle volte queste malattie sono trattate dal chirurgo vascolare che però impegnato da patologie arteriose dedica poco interesse e impegno alla cura delle vene.

 

Lo Studio Flebologico si trova a Parabiago, a pochi km da Milano e più precisamente nei pressi della stazione ferroviaria dove passa la linea S5 Varese-Milano-Treviglio.

Dott Fulvio D'Angelo

Dott. Fulvio D'Angelo

Titolare

L'angiologo dott. Fulvio D'Angelo, laureato in Medicina e Chirurgia Vascolare è specializzato in Chirurgia d'urgenza, nel corso di questi anni si è affermato nel settore medico, diventando flebologo professionista riconosciuto in tutto il territorio locale, mettendo a disposizione dei pazienti tutta la sua esperienza, la sua passione e la sua professionalità. In più di 35 anni di carriera, ha visitato oltre 20.000 pazienti ed effettuato circa 10.000 interventi. Già nel 1980 il dott. Fulvio D'Angelo è stato a Parigi per frequentare gli studi medici di gradi Flebologi e Scleroterapeuti come Tourney o Sapin.


Più di recente ho voluto estendere ancor di più questo mio interesse dedicandomi prevalentemente alla scleroterapia di capillari e vene, alla terapia delle ulcere varicose e delle complicanze post flebitiche.

Diagnostica

L’attività più varia e intensa verso le patologie venose in genere la svolgo presso lo studio di Parabiago dove, grazie ad un ecocolordoppler (indagine ultrasonografica), si può inquadrare immediatamente il paziente da un punto di vista diagnostico, proponendo ed attuando le terapie possibili ambulatoriali (Farmacologiche, Scleroterapia, bendaggi e medicazioni avanzate per le lesioni ulcerative).


Nel caso delle malformazioni vascolari è necessaria una competenze particolare che non tutti i flebologi posseggono. In ogni caso una volta conosciute queste problematiche il trattamento è molto similare al trattamento delle vene e dei capillari.

Le patologie

Linfedema

Per Linfedema si intende un accumulo di sostanze proteiche nell’interstizio cellulare conseguente all’incapacità del sistema linfatico di drenare l’eccesso di liquido presente.

Un aumento della produzione del liquido intracellulare o una incapacità ad asportarlo da parte dei linfatici determina un accumulo ed una aumento di dimensioni dell’arto.

Chi è affetto da Linfedema presenta questo disturbo fin dalla giovane età, oppure senza apparente causa l’arto tende ad aumentare di volume sino a giungere se non trattato a dimensioni notevoli con la nota caratteristica di piede e gamba gonfia a tronco.


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    Altre cause che ci possono essere nel determinare un ingrossamento dell’arto inferiore e che possono essere confuse con il linfedema è il Lipedema. Ossia la presenza di grasso in eccesso a livello soprattutto della coscia, ma talune volte anche a livello della gamba, ma non del piede.

    Esistono poi condizioni come l’insufficienza renale e lo scompenso cardiaco o epatico che possono determinare un aumento di volume di ambedue gli arti. In sostanza una diagnosi precisa come al solito è fondamentale.

    Innanzitutto distinguiamo il linfedema primario da quello secondario.

    Le forme primarie compaiono fin dalla giovane età, puberale, e tendono a progredire con il tempo. Talvolta  possono essere scatenate in età più matura da eventi come gravidanze o trami ripetuti alle articolazioni della caviglia. Ma anche in questi casi esistevano dei presupposti anatomici di sofferenza dei linfatici  che non hanno retto all’evento scatenante.

    Nelle forme secondarie esiste un evento importante che ostacola il deflusso linfatico, come interventi chirurgici o irradiazione delle regioni inguinali o pelviche, oppure ancora infezioni degli arti portano ad un aumento della produzione della linfa o ad una distruzione dei dotti linfatici come nel caso dell’Eresipela.

    Ma è  la presenza di una edema del piede con interessamento delle dita, il caratteristico “segno di Stemmer “ sulla cute del II dito del piede, che  ci aiuta moltissimo a porre la diagnosi clinica.

    L’esame strumentale fondamentale è la Linfoscintigrafia  che indaga appunto il circolo linfatico. Poi importanti sono l’ecocolordoppler per escludere patologie venose o arteriose e l’ecografia ad alta risoluzione per valutare lo stato dei tessuti e valutare se sia presente ristagno liquido o sangue raccolto tra le fasce e i muscoli.

    Esistono poi anche altri esami più invasivi ma sono di secondo livello, cioè si eseguono in un secondo tempo se necessario.

    In ogni caso la diagnosi del Linfedema è fondamentalmente basata sull’anamnesi ( storia clinica del paziente) e sulla clinica ( valutazione del quadro patologico e dei sintomi del paziente)


    Su cosa si basa la terapia.

    Importante e valida è la terapia conservativa, cioè quella legata alla terapia medica e fisica (contenzione elastica e linfodrenaggio).

    Il paziente deve essere inquadrato ed   accertare  se si tratti di uno stato di linfedema  primario o secondario Nel caso di uno stato secondario bisogna se possibile  identificare la causa primaria ed intervenire su questa, se possibile, o quanto meno accertarla per valutare le possibilità di successo della terapia.

    Nel caso di una forma primaria , o secondaria stabilizzata, la terapia medica consiste in farmaci  drenanti e vasoprotettori, nonché diuretici a basso potenziale per  ridurre la componente liquida circolante.

    Fondamentale è la terapia fisica contenitiva che consiste nel ciclo di bendaggi flebologici multistrato sino a  rimodellare l’arto e condurlo all’utilizzo di calze elastiche di adeguata compressione ( II° e III° classe di compressione)

    Indispensabile è  l’associazione con linfofrenaggio manuale ed eventualmente meccanico anche se quello manuale è sicuramente superiore per effetto e durata.

    Recentemente l’introduzione della TECAR nel trattamento del Linfedema ha significatamene migliorato i risultati nella stabilizzazione del quadro clinico.


    In cosa consiste la TECAR?

    Si tratta di una apparecchiatura che attiva il metabolismo cellulare e funziona in moltissime situazioni patologiche. Per quanto concerne l’efficacia sul linfedema possiamo sintetizzare che agisce come un micronde: scalda i tessuti interni, scioglie il liquido interno e lo rende più fluido, facilitando la possibilità di rimuoverlo sia con la contenzione elastica che con il linfodrenaggio.


    Pulsante

Varici e sport

Per chi soffre di varici o di patologia venosa in genere è di estrema importanza scegliere lo sport giusto. Perché a seconda del tipo di disciplina scelto la malattia venosa può migliorare o anche in taluni casi peggiorare.

E’ quindi molto importante conoscere quali siano “gli sport idonei per le vene “.

Ci sono alcuni tipi di sport che sono da consigliare in modo assoluto come: nuotare, camminare, o andare in bicicletta, altri invece da sconsigliare come: sollevamento pesi o sport che possono determinare facili traumatismi ( Rugby, Calcio e similari)

Nella scelta delle attività sportive da consigliare ci si deve porre di soddisfare i seguenti obbiettivi:

  • un movimento articolare ritmico soprattutto della caviglia, per migliorare il flusso ematico nell’articolazione e nella cartilagine
  • un rafforzamento della muscolatura in vicinanza delle articolazioni, specialmente della gamba, con conseguenti ripercussioni positive sia sull’articolazione stessa che sulla pompa muscolare.
  • un miglioramento dello stato di salute nel suo insieme, favorendo sia la gioia di vivere che i contatti sociali grazie alla dinamicità mentale potenziata dalle attività sportive

La flebologia

Mentre l'angiologia si occupa del sistema circolatorio umano in genere, sia dal punto di vista fisiopatologico che terapeutico, la flebologia si occupa della fisiopatologia e della terapia del sistema venoso umano.


Grazie all’utilizzo della diagnostica strumentale delle vene, sia del circolo venoso profondo che superficiale la flebologia si occupa di fornire inquadramento diagnostico e il conseguente intervento terapeutico in merito alle patologie venose.


L’interesse è rivolto in particolare, ma non solo, verso quelle a carico degli arti inferiori: intendiamo le varici, le patologie delle vene profonde, le teleangectasie (o capillari) e infine dalle malformazioni.


La patologia delle varici, le così dette vene varicose, è trattata, oltre che con terapia chirurgica, anche con terapia sclerosante, che consiste nella esclusione delle vene ostruendole con prodotti chimici. Tale metodica è anche utilizzata per il trattamento dei capillari, dette anche teleangectasie; in questo caso con il trattamento sclerosante è considerato la metodica di scelta migliore.

Le patologie

Bendaggio Flebologico e di stabilizzazione

Sia in corso di prima vista che in seguito il costo del bendaggio multistrato è compreso tra 100 e 120 euro (150 euro se bilaterale).

La presenza di flebiti o trombosi venose e superficiali necessita l’impiego di bendaggio flebologici multistrato (si tratta di applicare sull’arto più benda elastiche o contenitive) che permettono un miglior deflusso del sangue dall’arto agevolando la guarigione e consentendo una deambulazione più libera e meno dolorosa.

Anche in presenza di lesioni trofiche (ulcere vascolari) è in taluni casi opportuno associare alla medicazione della lesione stessa anche bendaggi multistrato o multi componente analogamente a quanto previsto nel caso di trombosi e flebiti ( migliorare il flusso del sangue e ridurre l’edema agevola la guarigione delle lesioni molto di più della sola medicazione)

L’Importanza delle calze elastiche

Spesso capita tra donne di parlare di senso di peso alle gambe, di fatica nello stare in piedi a lungo sia a casa durante i lavori domestici, che sul lavoro. E subito spunta l’amica che esordisce: ”Ma perché non metti le calze elastiche?” Calze elastiche si! Ma quali?

Ecco il problema, tenere contenuta la gamba, ben sorretta dalla calza, ma quale contenzione? A che valori far riferimento? E poi che cosa vuol dire Denari? E che cosa mmHg? Che rapporti ci sono? Come districarsi in questo labirinto per poter acquistare la calza giusta?

Innanzi tutto si distinguono tre  tipi di calze diverse:

Calza elastica medicale o terapeutica

Calza elastica di sostegno o preventiva

Calza elastica antitrombo

Si differenziano per materiali utilizzati, compressione e caratteristiche di confezionamento.

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    Si differenziano per materiali utilizzati, compressione e caratteristiche di confezionamento.

    La compressione è una delle componenti chiave della terapia delle malattie venose e dei problemi linfatici. Naturalmente la calza elastica non comprime l’arto nel suo insieme ma solo i tessuti cutanei e in modo difforme in genere determinando una maggior pressione alla caviglia che poi  diminuisce gradatamente procedendo verso la coscia.

    La calza elastica terapeutica è fabbricata con particolari telai ed è costituita da una maglia elastica entro cui scorre un filo di caucciù naturale o sintetico. Deve determinare una pressione progressiva maggiore alla caviglia che decresce progressivamente. E’determinata in millimetri di Mercurio (mmHg) come la pressione del sangue o quella atmosferica.

    La calza elastica di sostegno (preventive) presenta solo la maglia elastica senza il filo di trama, per cui non è certa la pressione determinata in ogni punto. In ogni caso la pressione non supera i 18 mmHg alla caviglia (punto di determinazione della misura in ogni caso)

    Calza elastica in genere è quella la cui pressione (?) è determinata dal peso del filo utilizzato il Denar o Denaro. In sostanza un denar è il peso in grammi di 9000 metri di filo. Quindi non si misura una pressione ma un peso. Di conseguenza l’attendibilità è molto variabile in relazione al manufatto ecco perché spesso a parità di Denari non esiste la stessa compressione.

    Calza antitrombo è una calza terapeutica costruita con modalità tali da renderla tollerabile a riposo. Pressione alla caviglia massima di 18 mmHg e alla coscia di 8mmHg. Non è adeguata ad una deambulazione in un paziente post chirurgico, è utile in un paziente allettato.

    Da quanto detto si comprende come l’utilizzo della calza elastica sia strettamente legato ad una adeguata conoscenza delle caratteristiche strutturali del prodotto. Di conseguenza è sbagliato definire qualsiasi prodotto   “calza elastica “. Ed è pure sbagliato definire la compressione della calza utilizzando unicamente  il criterio di “Denari” se non collegandolo  anche al valore di mmHg (millimetri di mercurio).  Basarsi solo sul criterio “denari” sappiamo solo che la calza che stiamo acquistando è solo un poco più pesante e consistente di una calza normale ma nulla sappiamo sulle reali capacità contenitive e di distribuzione delle pressioni sull’arto. 

    Esiste una criterio di equivalenza tra i due sistemi di misura, a patto che il produttore confermi che la confezione abbia rispettato certi criteri.

    In sostanza possiamo affermare che :

    40 denari corrispondono a 6-10 mmHg

    70 denari corrispondono a 12-15 mmHg

    100 denari corrispondono a 14-16 mmHg

    140 denari corrispondono a 18 mmHg circa


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